Oh giorno gaio: hanno inventato il pecorino anti colesterolo!!!
Io, consumatrice dipendente di tale alimento, non potevo non dare la lieta novella! ^_^
A differenza di mio fratello che mangia praticamente solo il Parmigiano, io sono un'amante quasi onnivora dei formaggi, unica categoria alimentare dove non c'è nulla che mi faccia schifo (sono una persona MOLTO schizzinosa, ahimè). Il pecorino poi è il mio preferito: quando inizio a mangiarlo me lo dovete togliere da sotto le mani.. Questa è quindi la mia notizia gioiosa della giornata.
Vi avevo promesso una recensione di "The Wrestler" ed eccola qui, anche se ammetto d'averla iniziata ieri:
Robin detesta essere chiamato col suo vero nome.
Guarda contrariato il cartellino di riconoscimento, ma poi fa il suo dovere e si mette a vender carne nel reparto macelleria del supermercato.
Ha avuto un infarto da poco e sta cercando di metter la testa a posto: Randy "The Ram" non esiste più.
Ma sopravvivere da Robin non è semplice.
Il regista di "The Wrestler" è l'autore di quella boiata immane che è "L'albero della vita" e questo, lo ammetto, non mi faceva molto ben sperare: temevo che il suo ultimo film fosse più che altro una grande prova d'attore e nulla più.
In realtà non c'è dietro chissà quale regia, anche se, tutto sommato, l'ho trovata abbastanza sobria e ben calibrata anche, e nonostante, l'uso dell'odiata camera a mano iniziale stile Dardenne.
Mickey Rourke è favoloso, l'avrete capito, e lo è proprio perchè Randy è il suo alter ego perfetto.
Inadatto alla vita al di fuori del ring dove tutto è spettacolo, carne e sangue, il suo personaggio è un perdente buono cui ci si affeziona subito. E ci commuove proprio perchè lui ci prova sino all'ultimo, è consapevole dei suoi errori, ma cerca una via di uscita per un'altra vita, quella che sogna accanto alla (splendida) spogliarellista Marisa Tomei e al fianco della figlia trascurata.
Ma l'Ariete si realizza solo sul ring, solo nel sangue e nel dolore fisico.
Nel discorso finale, se vogliamo un po' retorico, ma in questo contesto non di cattivo gusto, Randy chiude il sipario su un'esistenza vissuta al massimo ed incapace di decelerare nonostante l'età e il fisico ormai consumato dagli incontri.
Se devo essere sincera avrei parlato di gran ritorno di Rourke già con Sin City. L'unica cosa che ricordo di quel film infatti è la buona impressione che mi aveva fatto lui!
A parte le note tecniche comunque The Wrestler vale assolutamente la visione, anche se consiglio alle persone sensibili alla violenza di starci alla larga: io ho avuto il cuore in gola durante tutte le scene di combattimento ed una reale urgenza di fuga almeno in un paio di occasioni, soprattutto quando compare una sparapunti sul ring....
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